Amazon UBER ALLES si potrebbe dire, dal 2019 infatti sembra che voglia schiacciare tutti i rivenditori terzi per controllare il mercato, così finendo per eliminare tutta la concorrenza degli altri e-commerce. L’unico modo per vincere questa guerra è???? Semplice contattaci senza impegno per un appuntamento. 😉 

Per la cronaca, forse non tutti sanno che, al momento oltre 50 aziende che rivendono tramite il loro marketplace, anche se hanno un loro brand, in realtà sono di Amazon.

Infatti la vera intenzione finale è controllare sempre di più tutta la filiera, dalla produzione, alla vendita, alla consegna, fino a diventare il consumatore finale.

Vi fa ridere dire che diventerà il consumatore finale? Avete presente Amazon Echo e Amazon Vesta il robot domestico?

Giuliana Ferraino per il “Corriere della Sera”

A 24 anni dalla sua nascita (luglio 1994 a Seattle), dopo aver rivoluzionato la distribuzione globale, creando il più grande negozio virtuale del pianeta per ricavi e capitalizzazione di mercato e il secondo per vendite totali dopo la cinese Alibaba, Amazon punterebbe a cambiare modello.

Con il progetto «One Vendor», il gruppo fondato da Jeff Bezos vorrebbe creare un unico negozio online, spingendo progressivamente le aziende terze che oggi vendono i propri prodotti su Amazon Marketplace a diventare soltanto grossisti.

Sarà poi il gruppo di Bezos a gestire la parte retail, vendendo direttamente i prodotti ai consumatori finali attraverso Amazon Retail. Con un duplice risultato: più controllo sui prezzi e le promozioni dei prodotti venduti, per rendere Amazon ancora più competitiva nei confronti dei negozi, ma anche il possesso esclusivo dei dati sui compratori.

A rivelare le ambizioni segrete di Amazon è «Recode», rivista online americana, che dedica un lungo articolo al nuovo atteggiamento aggressivo di Amazon nei confronti di alcuni marchi, costretti a lasciare la piattaforma ecommerce se non accettano le condizioni unilaterali imposte dal gigante hi-tech. Ma, interpellata dal «Corriere»,

DA SEATTLE AMAZON SMENTISCE DI VOLER CAMBIARE PELLE UN’ALTRA VOLTA PER DIVENTARE L’UNICA INTERFACCIA CON I CONSUMATORI FINALI, GESTENDO PREZZI E DATI.

«Non c’ è nessun programma One Vendor, né negli Stati Uniti né in Europa», replicano. (Almeno per ora). Ma è vero che «stiamo ottimizzando e standardizzando gli strumenti di vendita per i seller, così da creare efficienza».

Si vedrà. Unire le due anime che hanno contribuito al successo di Amazon, facendo di Bezos l’uomo più ricco della terra, con un patrimonio di oltre 100 miliardi, sarebbe una sorta di ritorno alle origini, ma con spalle (e potere) esageratamente più grosse. All’inizio Amazon comprava prodotti all’ingrosso direttamente da produttori e fornitori e li vendeva ai clienti sul suo sito online. Ma nel 2002 la società ha lanciato Amazon Marketplace, la piattaforma e-commerce che permette a terzi, grandi aziende ma anche imprese individuali, di commercializzare i propri prodotti in cambio di una commissione.

Con vantaggi reciproci: i venditori terzi possono raggiungere la clientela di Amazon, e Amazon può ampliare l’offerta senza i costi e i rischi di ampliare il magazzino. Bastano due numeri per capire perché la questione è cruciale: oltre il 50% di tutte le vendite negli 11 siti globali di Amazon derivano da venditori terzi; e oltre 20 mila piccole e medie imprese hanno superato un milione di dollari di vendite su Amazon nel 2017. In Italia più di 10 mila Pmi sono su Amazon, di queste oltre un terzo esporta i prodotti, specie in Europa, con 350 milioni di vendite all’ estero nel 2017.

Avanti non siate timidi, scrivete e chiedete una call senza impegno!!!

>>> CONTATTACI PER UNA PRESENTAZIONE

AUTORE

Paolo Serra

Appassionato di nuove sfide per far crescere le imprese, con l’obiettivo di contribuire ad aumentarne i ricavi. Si dedica al search engine marketing dal 1999, lavorando con le principali agenzie internazionali. In seguito, allarga le conoscenze al mondo del Programmatic Advertising, diventandone uno dei maggiori esperti italiani, tanto da aver aperto il blog Programmatic RTB, ed è fondatore di Kahuna, la prima agenzia specializzata nel programmatic advertising.