Secondo il parere di un esperto della privacy di Forrester Research pubblicato da Mediapost, le aziende che si occupano di tecnologia per la pubblicità (vedi raccolta dati) non sono in conformità con i requisiti delle nuove normative europee.
Naturalmente, queste aziende hanno due anni per adeguarsi. Ma resta il fatto che questa dichiarazione fornisce indizi che dovrebbero spingere le aziende a porsi qualche domanda, anche se non lavorano nell’adtech.
Oltre Atlantico la riforma europea è sotto analisi, infatti i dubbi sulla protezione dei dati personali garantiti dalle compagnie che hanno sede e server negli USA, sono molti ampli ed è possibile che subiscano forti restrizioni.
Questo regolamento vale per le società che incamerano dati dei cittadini europei. Se dovesse essere confermata, qualsiasi attività commerciale che gestisce dati dovrà cambiare, non potendo più tenere i dati al di fuori dell’Unione Europea.
Anche prima dell’adozione dell’accordo tra il Consiglio e il Parlamento a metà dicembre, Forrester, aveva anticipato che il rispetto per la vita privata, sarebbe dovuta diventare una strategica nel 2016 per qualsiasi società che lavora in internet.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]
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