Gli Italiani sembrano sempre di più disaffezionarsi dal frequentare i cosiddetti Cinema Teatro, ad esempio i biglietti venduti nel 2014 sono stati 91 milioni e mezzo, un calo del 6,13% rispetto al 2013. E gli incassi sono stati pari a 575 milioni. Per non parlare delle centinaia di sale che chiudono ogni anno. Pirateria, sale disperse nelle periferie, concorrenza del digitale, film poco pubblicizzati, costo del biglietto elevato: queste in soldoni le cause di un dramma che da anni vede milioni di italiani disertare i nostri cinema ormai semi-deserti.

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Negli ultimi due anni per risollevarsi dalla crisi, la soluzione scelta è stata quella tipica dell’imprenditore medio o per meglio dire mediocre italiano, ABBASSARE I PREZZI, sconti, promozioni, prezzi dei biglietti sempre più stracciati, ma siamo proprio sicuri che questa soluzione sia la scelta giusta??? Non è forse il caso di rivedere il modello di business in toto???

 

É arrivato il momento di capire che il concetto di biglietto per i cinema è superato, i loro introiti devono essere generati da altre fonti.

 

Il Programmatic Cinema

 

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Una possibile nuova fonte deriva dall’utilizzo del programmatic per distribuire la pubblicità nei cinema, attualmente gli spot che si vedono sono gli stessi che si vedono in tv e o di realtà locali che usano lo stesso spot da 20 anni, ne ho in mente alcuni che fanno rabbrividire, scommetto anche voi.

Ma qualcosa sta cambiando.

La tecnologia digitale che sta dietro al programmatic advertising offre notevoli vantaggi.

  • Un’unica piattaforma dove “programmare” la visualizzazione degli spot, fra Radio, Tv, Internet, DOOH e appunto Cinema.
  • Targetizzazione degli utenti, in base al film, giorno, ora, cinema, età, sesso etc. i parametri che si possono aggiungere sono fino a 256
  • La possibilità di misurare il ritorno dell’investimento
  • Un più facile accesso alla distribuzione anche per quei soggetti più piccoli, che trovano difficoltà nel rivolgersi a mille concessionarie pubblicitarie per fare ogni cosa.

Risultato, un numero maggiore di soggetti interessati a comprare l’inventory, con conseguente aumento delle entrate.

Non siamo ancora al RTB, il tempo minimo per acquistare uno spazio, a quanto mi dicono è di 72 ore, ma si sta già lavorando a soluzioni più performanti, e fra poco si potrà acquistare con un tempo minimo di 90 minuti.

Ma non fermiamoci all’ovvio, per alcuni film, la base di soggetti interessati ad acquistare l’inventory, deve e può allargarsi, non solo le solite auto, o mobilifici, quando c’è un mondo tutto nuovo da provare.

Le app ad esempio possono offrire un aiuto concreto.

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Immaginiamo di essere al cinema a vedere i Minions, e nell’intervallo fra il primo e secondo tempo, iniziano una serie di spot con il merchandasing legato al film, magliette, tute, borse, astucci, giochi e video giochi, tutti a tema, e mentre li vediamo scorrere sullo schermo appare un QR Code diverso per ogni prodotto, con scritto sotto, ACQUISTA SUBITO, e tuo figlio che inizia a martellarti che lo vuole subito, COMPRALO COMPRALO COMPRALO, alla fine esausto alzi il cellulare inquadri il QR Code, clicchi, et voilà comprato, e il cinema si prende la commissione sulla vendita, come affiliato. Potenzialmente questo meccanismo potrebbe garantire le stesse entrate dei biglietti, consentendo al cinema di non farli pagare all’entrata e riempendo così le sale ad ogni spettacolo.

Oppure essere pagati a Lead per chi prenota un test drive nella concessionaria più vicina, ad esempio mentre si guarda Fast & Furious, con le case automobilistiche che fanno a gara per prendersi l’inventory, prima, mentre e dopo il film.

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Oppure perché fermarsi, quando si può taggare degli spazi anche dentro il film, un cartellone pubblicitario, su una strada, mentre gli attori passato, potrebbe cambiare a seconda di chi si è aggiudicato lo spazio sulla piattaforma di programmatic, o il logo sulla maglietta del protagonista nella scena madre.

Ok Ok tutto questo è futuro o forse fantascienza, ma il programmatic buying nei cinema no, provatelo e una buona occasione per testare delle nuove soluzioni di advertising.

Dopo aver scritto questo articolo mi è venuta voglia di fare una nuova start up, non so perché mmmm.

 

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AUTORE

Paolo Serra

Appassionato di nuove sfide per far crescere le imprese, con l’obiettivo di contribuire ad aumentarne i ricavi. Si dedica al search engine marketing dal 1999, lavorando con le principali agenzie internazionali. In seguito, allarga le conoscenze al mondo del Programmatic Advertising, diventandone uno dei maggiori esperti italiani, tanto da aver aperto il blog Programmatic RTB, ed è fondatore di Kahuna, la prima agenzia specializzata nel programmatic advertising.

https://it.linkedin.com/in/paoloserra